MAR-DOM 9.00 - 13.00 / 16.00 - 18.00 (estivo 18.00 - 21.00)

Sala del relitto dell'Isola dei Cavoli


L’ultima sala è dedicata interamente al relitto dell’"Isola dei Cavoli". Una nave del XV secolo affondò presso l’isola forse a causa di un fortunale mentre dalle Baleari si dirigeva verso la Sicilia.  Il relitto è di grande importanza per le informazioni e per i materiali restituiti alla storia in seguito ad una serie di campagne di indagine archeologica intraprese a partire dal 1987, prima dalla Soprintendenza Archeologica, grazie all’Amministrazione provinciale di Cagliari, e in seguito in collaborazione con l’Università di Zaragoza.

L’ubicazione del relitto, presso l’estremità sudorientale dell’Isola a breve distanza dallo scoglio più meridionale, ad una profondità appena superiore ai 10 metri, era nota già da tempo per l’abbondanza di reperti ceramici che agevolmente potevano essere sottratti.

Il primo nucleo di materiali individuato concerneva numerosi cannoni di differenti dimensioni (in seguito ne furono individuati complessivamente 27) ormai concrezionati, un’ancora, proiettili e altre armi metalliche, oltre ad una significativa quantità di frammenti di maioliche ed alcune forme integre parzialmente invetriate; a breve distanza inoltre si rinvenne l’unico residuo del fasciame dell’imbarcazione, di circa 10 metri per 5. Il secondo nucleo si configurava grazie alla presenza di stoviglie come piatti, scodelle, ciotole, bacini decorati, ma soprattutto per l’ingente quantità di piastrelle da rivestimento.

Le mattonelle quadrate più grandi contengono l’emblema del committente: la raffigurazione di tre ali poggianti su un artiglio - in termini araldici "mano d’aquila" - racchiusa in un festone vegetale che consente di stabilire che gli azulejos erano stati realizzati per un ramo della famiglia Beccadelli a servizio dei sovrani aragonesi, che da Bologna si era stabilito a Palermo. Un celebre esponente di questa famiglia fu l’umanista Antonio Beccadelli, detto il Panormita, precettore del re d’Aragona.

Nel 1450 un Giovanni Beccadelli ottenne per sé e per i suoi successori, la facoltà di poter collocare le proprie armi accanto a quelle del re d’Aragona sul blasone. Poiché l’emblema presente nelle mattonelle non contiene questa importante modifica, la datazione del relitto è senza dubbio antecedente al 1450. E’ plausibile che la fornitura fosse destinata al rifacimento della Zisa di Palermo, in quegli anni residenza del Panormita.      



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